Un uomo di ascolto, dialogo e libertà. Osservazioni sull’opera di mons. Clemente Riva (1922-1999)

Un uomo di ascolto, dialogo e libertà. Osservazioni sull’opera di mons. Clemente Riva (1922-1999)

Ennio Rosalen (Roma)

 

All’inizio del 2011 sono andati moltiplicandosi messaggi, appelli e marce per la libertà religiosa che è conculcata in varie nazioni. Tra gli appelli i ripetuti interventi di papa Benedetto XVI1, ma anche il rapporto dell’Osservatorio su intolleranza e discriminazione contro i cristiani in Europa2, che purtroppo testimoniano essere ancora di estrema attualità la riflessione del vescovo Clemente Riva (1922-1999) sulla libertà religiosa quale condizione da garantire ad ogni uomo e comunità. Questo contributo intende presentarne la figura e pensiero.
Mons. Clemente Riva3, nasce il 5 giugno 1922 a Medolago, vicino a Bergamo, a quattro chilometri da Sotto il Monte. La sua è una famiglia di contadini e a tredici anni entra nel piccolo seminario dei Rosminiani a Pusiano perché non aveva potuto, per preparazione di base e risorse economiche, entrare al seminario di Bergamo. Quattro anni più tardi, il 20 luglio 1939, entra al noviziato rosminiano del Sacro Monte Calvario a Domodossola divenendo membro dell’Istituto della Carità, dato ineludibile per la comprensione del suo impegno e del suo pensiero, sebbene nell’attività pastorale raramente abbia citato l’opera per la quale Rosmini (1797- 1855) è ampiamente conosciuto: Delle cinque piaghe della Santa Chiesa. Il suo essere rosminiano emergerà nell’essere per quasi 42 anni consulente ecclesiastico dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani (UGCI), in ciò seguendo del Rosmini l’attenzione al diritto, al tema della libertà religiosa e alle identità religiose, all’ecclesiologia con lo spirito di una profonda comunione ed obbedienza, con i riferimenti più o meno ampi, impliciti od espliciti a Rosmini, in ogni suo intervento.
Un aspetto che non deve essere trascurato dagli storici la stesura di un diario, attualmente segretato, iniziato durante il noviziato e che lo accompagna per tutta la vita. Data la pluralità dei contatti avuti con i vertici della vita politica, della Chiesa italiana ed anche della Santa Sede, non va dimenticato che fu Consigliere ecclesiastico dell’Ambasciata italiana presso la Santa Sede4 dal 1964 al 1975, il suo diario potrà contribuire a chiarire vari eventi.
Inoltre non va trascurato che Riva vive nel difficile periodo della contestazione, gli anni delle grandi innovazioni istituzionali e soprattutto normative, del diritto di famiglia, il referendum sul divorzio, l’aborto, la riforma ospedaliera, le Ipab5, e tutta la questione dell’assistenza. Vive a contatto con politici, ecclesiastici, uomini di cultura teologica e filosofica a motivo dei suoi impegni culturali e pastorali. È il tempo in cui va consolidandosi la Conferenza Episcopale Italiana, va sviluppandosi il movimento ecumenico nella sua maggiore vivacità, con il lungo pontificato di Giovanni Paolo II e l’attenzione al dialogo con il popolo ebraico. Si manifestano nuovi flussi migratori dai paesi in via di sviluppo.
Riva consegue l’Abilitazione magistrale ed è insegnante elementare nel 1944-1945. Quella sembrava la strada segnata per lui dall’Istituto della Carità nel quale era entrato emettendo i voti perpetui il 10 settembre 1944 nelle mani di Giuseppe Bozzetti padre generale dell’Istituto. Una prima svolta però è nell’autunno 1945, iniziando gli studi filosofici e teologici al Pontificio Ateneo Lateranense. Il rapporto con Bozzetti risulta determinante6, per la spinta allo studio, nella testimonianza di vita e da lui eredita il compito della consulenza ai Giuristi cattolici.
Ordinato sacerdote nel 1951 prosegue gli studi fino al conseguimento del dottorato in teologia nel 1953 con una tesi su Rosmini7. Dal 1957 al 1961 è prefetto degli scolastici rosminiani, quindi torna definitivamente a Roma alla Basilica di San Carlo al Corso ove continua a vivere in comunità anche durante il suo ministero episcopale, confermando la sua identità di religioso, attraverso i voti di coadiutore spirituale nel 1963 nell’Istituto della Carità, promettendo “di non cercare dignità o Ufficio sia nell’Istituto che fuori di esso”. Tra i suoi tratti umani va annoverato il carattere mite e schivo e soprattutto la sua umiltà, dote che viene ricordata da tutti coloro che lo conobbero. Quest’ultima andrebbe indagata quale predisposizione al dialogo ecumenico. Ulteriore punto di svolta è la sua ordinazione episcopale nel 1975.
La sua azione pastorale a tempo pieno ha caratteristiche sincroniche, su alcuni temi, di cui si descrivono ora le più evidenti.
Lo studio filosofico e le pubblicazioni di opere del Rosmini (1797-1855), a partire dal 19548, impegno più accentuato negli anni immediatamente seguenti gli studi accademici: ai primi anni’50 datano le sue pubblicazioni di carattere filosofico collaborando con il quindicinale della FUCI Ricerca e successivamente il Giornale di Metafisica, Studium, Teoresi, Rivista Rosminiana. Un interesse che si è sempre protratto attraverso anche la partecipazione ai Corsi della Cattedra di Rosmini a Stresa i cui Atti ne danno testimonianza9. Partecipa a convegni e pubblica relazioni. Accanto all’inesausto impegno per la beatificazione del roveretano è nel comitato scientifico dell’Edizione Nazionale delle opere di Rosmini. Costante la partecipazione ai convegni tra professori universitari al Centro di Studi filosofici di Gallarate.
Il sostegno all’associazionismo cattolico: prima quale assistente diocesano della FUCI e dal 1959 vice-assistente nazionale. FUCI e Movimento Laureati in quel tempo vivono il dibattito sul rinnovamento della cultura cattolica in riferimento al rapporto fede-storia, cristianesimo-cultura, persona-comunità, dialogo con i non credenti10, tutti ambiti di riflessione che caratterizzano le sue pubblicazioni. È anche consulente dell’Unione dei Giuristi Cattolici Italiani (UGCI) a partire di fatto dal 195711 fino alla morte, sviluppando la collaborazione con le riviste Iustitia e Vita dell’Unione, intervenendo ai convegni nazionali con meditazioni pertinenti12.
La presenza nella vita pastorale della Diocesi di Roma si era già concretizzata prima di essere ordinato vescovo, interessandosi anche dei problemi sociali della città. Famoso resta il Convegno organizzato dal Vicariato: La responsabilità dei cristiani di fronte alle attese di carità e di giustizia nella Città di Roma13, un approfondito e sincero esame di coscienza della Chiesa locale che non manca di infastidire alcuni ambienti politici. È nelle Commissioni presbiterali, impegnato nella carità. Anche successivamente alla sua ordinazione episcopale, il 22 giugno 1975, quale vescovo ausiliare di Roma14 per il settore sud, la stampa testimonia la sua azione attenta alle fasce “deboli” della città: rom, emarginazione15, disagio e povertà. Nelle sue visite pastorali, come nei suoi spostamenti con i soli mezzi pubblici, pone attenzione all’ascolto della popolazione.
Il rapporto con le riviste ecclesiali e con i mass media è un capitolo particolare del suo impegno sul versante culturale. Tra riviste e serie di Atti di Convegni annuali si contano 52 testate nelle quali ha pubblicato articoli. Senza contare i quotidiani locali da cui non è facile recuperare i testi. È nei comitati scientifici o di redazione della Rivista Rosminiana, del mensile Orientamenti Pastorali, è tra i fautori della ripresa della pubblicazione della rivista Orientamenti Sociali nel 198916, cura l’avvio e la successiva pubblicazione della Lettera di Collegamento del Segretariato CEI per l’ecumenismo, pubblica diversi volumi contenenti anche sue relazioni e conferenze. Un’attenzione quindi al mondo editoriale di tutto rispetto. Nel 1971 il Padre Generale lo nomina, all’interno dell’Istituto della Carità, Vicario per la Carità Intellettuale17. È una delle tre forme di carità definite dal Rosmini: carità spirituale, intellettuale e materiale. Tra le definizioni che gli vengono assegnate – fautore di una chiesa sociale, vescovo rosso, amico degli ebrei –significativa la sintesi di Giuseppe Dalla Torre che vede in Riva proprio un testimone della Carità intellettuale.
La divulgazione delle acquisizioni conciliari, prima come giornalista18 e poi come vescovo. Come giornalista partecipa dalla seconda sessione conciliare pubblicando numerosi articoli. Segue i lavori conciliari presentandone le principali acquisizioni. Il suo stile sobrio non affronta le problematiche redazionali connesse alle diverse correnti teologiche, piuttosto evidenzia quei punti in grado di incidere maggiormente nella futura pastorale. Più tardi divulgherà l’eccelesiologia presente nelle Costituzioni Lumen gentium e Gaudium et spes, non attraverso trattati, ma conferenze e pubblicazioni finalizzate a concretizzare l’avvio dei consigli pastorali.
L’impegno per e con uno stile sinodale nella vita della chiesa trova così concretizzazione a molteplici livelli, nel suo stile personale d’azione19, nel suo magistero20, negli organismi nei quali è chiamato a partecipare21. Il cosiddetto «convegno sui mali di Roma» è presentato da Riva quale concretizzazione di un metodo ecclesiale, esemplare per altre diocesi e per la chiesa, quale contesto di rapporto ecclesiale e civile, realtà di più profonda comunione della Diocesi romana22.
L’attenzione al tema della libertà religiosa pare iniziare con il Convegno dei Giuristi cattolici del dicembre 196323, subito dopo la problematica è affrontata in Concilio giungendo alla dichiarazione Dignitatis humanae permanendo quindi in Riva24 e declinandosi nel tempo in diversi contesti. La cronaca recente, con le persecuzioni religiose nei paesi asiatici e africani, con la tendenza ad ostacolare l’obiezione di coscienza in alcuni ambiti, il rifiuto al riconoscimento di diritti alle comunità religiose oltre la semplice libertà di culto, attesta la permanenza del valore di tale dichiarazione.
Infine l’attenzione al dialogo ecumenico e cristiano-ebraico, in particolare dal 1982, anno della sua nomina a presidente della Commissione Diocesana per l’ecumenismo, fino al 30 marzo 1999, giorno della sua morte. In questo articolo si approfondiranno alcuni aspetti della sua riflessione sulla libertà religiosa e il dialogo interreligioso, ma altri ricorrono costantemente nei suoi interventi, quasi chiave interpretativa del suo pensiero: la persona quale diritto sussistente secondo l’impostazione rosminiana, l’essere umano creato ad immagine di Dio, la dimensione battesimale del cristiano giocata nel versante di una maggiore partecipazione e responsabilità ecclesiale di tutti i fedeli – che Riva non ama chiamare laici – ed il valore in campo ecumenico del battesimo. Di Riva è caratteristica anche una notevole continuità negli impegni: per 23 anni vescovo dello stesso territorio, dal 1975 al 1998; per 42 anni consulente ecclesiastico dell’UGCI, dal 1957 al 1999; per 26 anni dal 1974 al 1999 collaboratore del Centro di Orientamento Pastorale (COP) che edita la rivista Orientamenti pastorali; docente alla Lateranense con corsi prevalentemente sulla libertà religiosa per 20 anni cioè dal 1978 al 1998; membro della Commissione per l’ecumenismo – poi Segretariato – della CEI dal 1982 al 1998 per 17 anni , e qui nessuno vi rimase per un tempo così lungo; relatore ai convegni della Cattedra di Rosmini dal 1966 al 1997, per 31 anni… mi pare siano cifre che hanno la capacità di indicare interessi di Riva, dedizione, competenze specifiche magari acquisite sul campo, e nello stesso tempo il segno di corrispondenza alle attese da parte di chi beneficiava del suo ministero.
Tra gli impegni di più breve durata l’essere membro della commissione CEI per la famiglia, dal 1976 al 1982. Dal 1984 è membro del Segretariato, poi Pontificio Consiglio, per la promozione dell’unità dei cristiani, all’interno del quale vi è la Commissione per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo. Rappresenta la CEI presso la Conferenza Episcopale Francese alle Assemblee generali di Lourdes dal 1980 al 1996.
Probabilmente ciò che lo fece conoscere al più largo pubblico furono le trasmissioni televisive di commento al vangelo della domenica, ma a chi era impegnato ecclesialmente probabilmente non è sfuggito il suo lavoro in campo ecumenico, interreligioso e del dialogo cristiano-ebraico.
Il suo essere in contatto con gli uomini di cultura e del mondo politico, il mantenere atteggiamenti di dialogo con ogni alterità e ascolto con tutti – la parola ascolto ritorna in numerosi interventi – portò probabilmente alla sua nomina a Presidente della Commissione diocesana per l’ecumenismo il 27 febbraio 1982 e ad aprile nella rispettiva Commissione della CEI. Queste elezioni segnano passaggi significativi dai quali emergeranno iniziative che segnano la storia del dialogo ecumenico ed in parte interreligioso in Italia.
L’essere vescovo ausiliare a Roma lo mette in contatto con la più antica comunità ebraica d’Europa. Caratteristica la sua affermazione che «l’ebraismo è una religione completa, con una sua identità e organicità […] la fede e la cultura ebraiche sono un elemento costitutivo dello sviluppo della civiltà europea [e] l’opera ebraica in Europa è preziosa»25.
Già nell’83 si sviluppano i contatti con il rabbino Elio Toaff che porteranno all’istituzione della Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo ebraico-cristiano. Fu una iniziativa della CEI che ha assunto caratterizzazione ecumenica. Presentata da Riva a nome della CEI al Sinodo dei Vescovi del 1991, riproposta a Graz nel 1997, l’iniziativa ha ora una dimensione parzialmente europea. Fu una iniziativa frutto di sinergie che seguì la visita alla Sinagoga da parte di Giovanni Paolo II il 13 aprile del 1986. Anche in questa visita Riva ebbe un ruolo nascosto, ma significativo. Il suo impegno per il superamento dei pregiudizi e la costruzione di nuove relazioni si concretizza inoltre nella pubblicazione di un enchiridion di testi magisteriali sul dialogo cristiano-ebraico26, del sussidio della Commissione ecumenica della Diocesi di Roma Verso l’unità dei cristiani27 nel quale un ampio spazio è riservato al dialogo con la comunità ebraica. Frequente è la sua presenza al Tempio maggiore di Roma per incontrare l’amico Elio Toaff e portare gli auguri in occasione delle festività ebraiche. Costruisce così relazioni umane capaci di aprire a situazioni inedite: il rabbino capo Toaff che parla al clero di Roma, il rabbino Settimio Gattegna che partecipa, dopo un approfondimento storico-teologico, ad una celebrazione cristiana per la festa di shavuoth – delle settimane, o pentecoste nella tradizione cristiana – qui intesa come festa del dono della legge nella sua universalità. Non va trascurato il coinvolgimento indiretto di rappresentanti della comunità ebraica romana alla preparazione al sinodo diocesano conclusosi nel 1993. Il presupposto di tali iniziative è la progressiva consapevolezza in Riva di una diversità, ma non divisione tra ebrei e cristiani. Forte in Riva l’accentuazione della comune attesa escatologica del Messia di cristiani ed ebrei, pur nella consapevolezza di una pluriformità d’attese. Vi è in lui il riconoscimento di una comune missione. Il suo approfondimento teologico seguente al Concilio lo porta alla consapevolezza della permanenza di Israele quale popolo di Dio e la fiducia conquistata gli permette di porre anche il difficile interrogativo di chi è Gesù per l’ebraismo oggi. Una ricerca in corso permette di collocare mons. Riva all’interno dell’odierna riflessione teologica sui rapporti tra le due religioni, non in qualità di ricercatore accademico, ma di teologo-pastore con responsabilità di Chiesa particolare e chiesa italiana.
Nel campo ecumenico si possono fare considerazioni analoghe con la specificità di una ecclesiologia sviluppata in testi e proposte operative. La storia dell’impegno ecumenico del vicariato di Roma coincide con il progressivo sviluppo della preghiera per l’unità dei cristiani originariamente celebrata tra cattolici in ambienti cattolici, alle forme attuali che corrispondono al periodo della presidenza di mons. Riva. Egli crede fortemente al ruolo dei delegati fraterni delle Chiese non cattoliche, attingendo in ciò al Sinodo del 1991. Auspica che il Sinodo della Diocesi del papa sia esemplare per le altre diocesi. Il suo nome rimane legato al sussidio Verso l’unità dei cristiani: testo importante per l’innovazione degli ambiti di formazione ecumenica.
Caratteristica della sua azione pastorale è la sinergia, ma più esattamente per il carattere ecclesiologico e valenza pastorale, sarebbe da indicare la sinodalità. Infatti, anche per il carattere mite e l’umiltà che lo contraddistingue, emerge il suo operare, camminare insieme ad altri. Ne è testimonianza l’impegno per la diffusione della Traduzione della Bibbia in Lingua Corrente (TILC) insieme a mons. Alberto Ablondi e a tutto il segretariato CEI, il tentativo di costituire un Consiglio delle Chiese cristiane in Italia, il bisogno di istituire una giornata ecumenica per la pace e l’ecologia, idea che si è recentemente concretizzata nella giornata per la Salvaguardia del Creato, infine l’idea di raccogliere la testimonianza dei pionieri cattolici dell’ecumenismo italiano, quale radice per l’impegno odierno, mission del Centro per l’Ecumenismo in Italia di Venezia28. Riva propone, senza vederne la concretizzazione che nella «Missione Cittadina, anche i fratelli evangelici potrebbero essere partecipi in particolari programmi, da elaborare e promuovere insieme, sempre rispettando l’identità propria delle varie Chiese e comunità»29. Anche qui alle spalle un robusto pensiero teologico, tra cui la comune identità battesimale che tutti concorpora in Cristo. È questa la sua chiave di volta. Ma certo elementi della riflessione rosminiana affiorano costantemente: la verità e la ragione, la carità, l’attenzione che Rosmini riserva al vangelo di Giovanni, in particolare il riferimento a Gv. 17,21. Il rispetto e amore per il ministero del papa e l’attenzione alla chiesa locale è presente in Rosmini e si ripresenta nella riflessione ecclesiologica riviana. Certo vi è in più la ricchezza apportata dal Concilio.
Il primo grande contributo che Riva offre alla riflessione sulla libertà religiosa è il suo volume di commento alla dichiarazione conciliare. Successivamente verrà spesso chiamato a relazionare sul tema30 valorizzandone alcuni aspetti: essenziale il dato che la chiesa rivendichi la libertà religiosa per ogni uomo e ogni comunità, non solo per sé stessa, in tal senso la dichiarazione Dignitatis humanae ha valore performante per l’Europa31, tale libertà è da riconoscersi in base alla dignità di ogni uomo, non solo perché dotato di intelligenza, ma in quanto creato a immagine di Dio. Vi è quindi un primato ontologico della persona, che ha sempre ragione di fine e mai di mezzo e nel linguaggio rosminiano è il diritto sussistente32. In relazione alla persona va posta la sua libertà di coscienza. Attraverso questa, egli è orientato alla verità. Per Riva la dichiarazione Dignitatis humanae contiene un superbo atto di fede nella forza della verità: «la verità non si impone che in forza della stessa verità, la quale entra nelle menti soavemente e insieme con vigore»33. Questo lo porta ad avere un atteggiamento sereno rispetto ad ogni prassi di contrapposizione, apologetica o difesa, nel rifiuto della dialettica intesa come contrapposizione di parti. Riva non sfugge agli aspetti difficili e scomodi del dialogo. Nei confronti dell’islam invita a «non essere troppo faciloni, ma conoscere più a fondo le situazioni, conoscere più a fondo la realtà perché non possiamo essere ignoranti e non possiamo essere ingannati»34.
Le concretizzazioni post-conciliari sul tema della libertà religiosa toccheranno anche il punto sensibile della reciprocità. Riva pone la necessità di una legislazione chiara che regoli il flusso dei migranti, l’impellenza dell’insegnamento della lingua, dei modi e dei costumi, «si insista per una formazione spirituale che faccia scaturire anche in essi il desiderio di crescita e di progresso»35. Perché la reciprocità è vista come sforzo di accoglienza e integrazione, e dall’altra parte come fattiva volontà di integrarsi, per questo è favorevole all’elettorato attivo degli immigrati nelle elezioni amministrative, dopo cinque anni di permanenza in Italia36. Dall’altra parte, nel campo più strettamente religioso ritiene che «Affinché la solidarietà sia sincera, sarebbe necessaria la reciprocità nei rapporti, in particolare nell’ambito della libertà religiosa»37. [Una] «reciprocità nella libertà. La libertà è un valore così grande che non aspetta la reciprocità per venire affermata e vissuta […] per essere valida […] tutt’al più può rappresentare un esempio, uno stimolo, un fascino anche per quelle società che ancora non la proclamano»38.
Ancora: la libertà religiosa «va rispettata con sacro impegno»39, religiosamente, e si esprime anche nella libertà di educazione dei figli nella scelta della scuola40. Infine, non meno importante, il rapporto tra comunità religiose e Stati: richiamato il magistero conciliare per il quale se in una società viene attribuita a una comunità religiosa uno speciale riconoscimento civile, è necessario che nello stesso tempo a tutti i cittadini e comunità venga riconosciuto e rispettato il diritto alla libertà in materia religiosa. Il potere civile deve assumersi la tutela di tale libertà41. È un principio generale, che le cronache recenti testimoniano essere di estrema attualità. In relazione alla Chiesa italiana Riva ricorda poi che «Gli accordi […] non sono essenziali e costitutivi per le Chiese, possono essere tuttavia utili e opportuni […] aiutano gli stati a non considerarsi assoluti e creatori dei diritti delle persone e delle rispettive comunità» 42 «il Concordato […] non risolve i problemi religiosi del paese né i problemi pastorali della Chiesa»43.
Sulla questione dei limiti dell’esercizio della libertà religiosa e della composizione della pluralità dei diritti, in riferimento al bene comune, l’ordine pubblico, il costume morale, diffonde l’insegnamento della dichiarazione Dignitatis umanae: «il comportamento dello Stato dovrebbe essere quello di concedere il massimo di libertà religiosa, perché tale libertà è un bene sociale» nella consapevolezza che essa si riferisce e comporta, per tutte le religioni e tutti gli Stati, non solo per il cattolicesimo e l’Italia, «il diritto di aiutare i propri fratelli ad esercitare la vita religiosa e ad alimentarla della propria dottrina e con aiuti fraterni; il diritto a promuovere quelle istituzioni nelle quali i propri membri cooperino gli uni con gli altri; il diritto ad informare la vita secondo i principi della propria religione; il diritto di non essere impediti con leggi o atti amministrativi dei poteri civili di scegliere, educare, nominare e trasferire i propri ministri; il diritto di comunicare liberamente con le autorità e con le comunità religiose che vivono in altre parti della terra; il diritto di costruire gli edifici religiosi; di acquistare e di godere di beni adeguati; di non essere impediti di insegnare e testimoniare pubblicamente la propria fede a voce e per scritto»44. Mi piace concludere questa parziale presentazione del pensiero di mons. Riva con un’ultima sua citazione sulla laicità dello Stato, sempre di estrema attualità: «la laicità che elimina tutto ciò che può essere simbolo o valore religioso. La laicità dello Stato non è quella che impoverisce o diminuisce o taglia, è quella laicità che rispetta la libertà di espressione di tutte le religioni, di tutti i segni religiosi, di tutti i valori religiosi»45. «Lo Stato laico deve garantire e rispettare le manifestazioni di pensiero, di cultura, di religione, anche in pubblico […] Vi sono periodi di regresso come la battaglia per i crocefissi […] e la nota vicenda del velo delle giovani musulmane […] Una laicità che vietasse i segni e i simboli […] non solo violerebbe la libertà, ma impoverirebbe la stessa società civile»46.

Note

1 Benedetto XVI, Discorso del Santo Padre Benedetto XVI agli eccellentissimi membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, per la presentazione degli auguri per il nuovo anno, Internet (11.03.2011): www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches /2011/january/documents/hf_ben-xvi_spe_20110110_diplomatic-corps_it.html; Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la celebrazione della XLIV Giornata mondiale della pace. 1° gennaio 2011. “Libertà religiosa, via per la pace”, in Internet (11.03.2011): www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/peace/documents/hf_ben-xvi_mes_20101208_xliv-world-day-peace_it.html.

2 Shadow report on intolerance and discrimination against christians in Europe 2005-2010, in Internet (11.03.2011): www.intoleranceagainstchristians.eu/fileadmin/user_upload/Five-Year_Report_Intolerance _against _Christians_in_Europe_-_online_version.pdf.

3 Sono sostanzialmente tre le biografie su mons. Riva, ciascuna delle quali ha qualche imprecisione: S.E.R. Mons. Clemente Riva, I.C., in «Rivista Diocesana di Roma», 40 (1999), pp. 820-821; D. Mariani, Clemente Riva. Profilo biobibliografico, in «Rivista Rosminiana», 93 (1999), pp. 117-126; G. Maritati – F. Condo’, Clemente Riva, Vescovo del dialogo, Stresa 2000.

4 Quale Consigliere ecclesiastico dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede opera nel tentativo di evitare la lacerante consultazione referendaria sul divorzio e sull’aborto con le parallele polemiche anticoncordatarie. Per la revisione del Concordato l’ambasciatore Pompei, con l’assistenza di don Clemente Riva e Leopoldo Elia, aveva steso una prima proposta. In tali contesti Riva viene a più profonda conoscenza della vita politica italiana, nella crisi di governabilità del paese, G. F. Pompei, Un ambasciatore in Vaticano. Diario, 1969-1977, Bologna, 1994, pp. 33-37. 161-162. 296-299. 380-383. 516-519 e N. Antonietti, Movimento cattolico e comunismo, in Dizionario storico del movimento cattolico, vol. I/II, pp. 29-43.

5 Istituzioni di Pubblica Assistenza e Beneficienza.

6 D. Mariani, La vita, in «Orientamenti Pastorali», 57/2 (2009), p. 17 [di seguito abbreviato con OP].

7 La “Creazione dell’anima intellettiva in Antonio Rosmini”. Valutazione: summa cum laude (90/90). Pubblicazione: C. Riva, Il problema dell’origine dell’anima intellettiva secondo A. Rosmini, Domodossola, 1956.

8 Del Rosmini cura la pubblicazione di: Antropologia in servizio della scienza morale, Fedeltà alla chiesa, Filosofia del diritto, La società teocratica, Questioni politico-religiose, Saggio sui divertimenti pubblici, Saggio sul comunismo e socialismo, Saggio sulla definizione della ricchezza. Nel 1966 Delle cinque piaghe della Santa Chiesa: trattato dedicato al clero cattolico, con i tipi della Morcelliana. Di quest’ultima opera vi saranno sette edizioni e varie traduzioni in altre lingue.

9 Gli Atti dei Corsi della “Cattedra Rosmini” sono pubblicati dalle Edizioni Rosminiane-Sodalitas di Stresa. Vi sono 12 relazioni di Riva, tra il 1968 e il 1998.

10 M.C. Giuntella, FUCI, in Dizionario storico cit.,. vol. I/II, pp. 295-301.

11 Dal 1957 quale facente funzione, dal 1959 a pieno titolo.

12 Nella rivista Iustitia vi sono 20 suoi articoli, dal 1957 al 1993; Nei Quaderni di Iustitia che contengono gli atti dei convegni nazionali sono riportate 15 meditazioni, dal 1958 al 1987; In Vita dell’Unione, 20 articoli dal 1957 al 1988. Va osservato che negli ultimi anni la malattia gli imponeva forti riduzioni di impegni e contemporaneamente era cresciuto il suo impegno e responsabilità nel contesto del dialogo ecumenico e cristiano-ebraico.

13 Alle spalle del convegno il pensiero del card. Ugo Poletti (1914-1997), don Luigi Di Liegro (1928-1997), Luciano Tavazza (-2000). Le relazioni di Giuseppe De Rita (1932-) e don Riva, fecero una diagnosi sui mali sociali di Roma. La classe politica democristiana si sentì messa in discussione. Il convegno fu aperto a tutti, vennero preparati 320 documenti scritti dal mondo cattolico e vi furono 740 interventi in cinque assemblee. Fu «la più grande assemblea cittadina celebrata nella storia di Roma contemporanea». L’inaugurazione in San Giovanni fece apparire la cattedrale il luogo di riunione dei cristiani di Roma, uso poi ripreso dallo stesso card. Poletti e card. Ruini (1931-). Il metodo assembleare venne ripreso anche dalla Chiesa italiana. Riva parlò della mancanza di una seria politica della casa, del lavoro, dell’industria, della scuola e dell’assistenza. In Poletti, Di Liegro e Tavazza vi era l’idea di una Chiesa comunità che fosse stimolo per una città più umana e più comunitaria. Forse anche l’ipotesi di una alleanza sociale, prima che politica, promossa dalla Chiesa. Cfr.: M. Impagliazzo, La diocesi del Papa. La Chiesa di Roma e gli anni di Paolo VI (1963-1978), Milano 2006, pp. 141-174; S. Trasatti, La relazione di don Riva. Esame di coscienza, in «L’ Osservatore Romano», 14.02.1974, p. 5 [da ora in poi abbreviato OR]; L. Accattoli, Il convegno del Vicariato sui mali di Roma, in «Il Regno-attualità», 19 (1974), pp. 162-166. La relazione di don Riva al convegno è pubblicata come: La responsabilità dei cristiani di fronte alle attese di giustizia e carità, in «Il Regno-documenti», 19 (1974), pp. 148-154.

14 Fu ordinato dal card. Ugo Poletti, vescovi co-consacranti il card. Giovanni Canestri (1918-) e l’arciv. Enrico Bartoletti (1916-1976). Il card. Canestri partecipò ai lavori del Concilio Vaticano II intervenendo durante le Congregazioni generali sui temi dell’ecumenismo e la libertà religiosa. Mons. Bartoletti dal 1972 fu segretario della CEI, contribuì alla elaborazione dei piani pastorali degli anni ’70 e curò la preparazione del convegno ecclesiale Evangelizzazione e promozione umana. La scelta dei vescovi co-consacranti esprime bene quale sarà l’orientamento di mons. Clemente Riva.

15 A solo scopo esemplificativo: C. Riva, L’attesa alla Garbatella, in «OR», 03.12.1978, p. 3; Le urgenze delle nuove fasce di emarginazione interpellano soprattutto Chiesa e volontariato, in «OR», 10.02.1989, p. 4; Incontro ai bisogni e alle attese della gente, in «OR», 21.01.1990, p. 6; Vincere le paure e i pregiudizi, in «OR», 25.02.1990, p. 4.

16 Cfr. Occhielli delle riviste citate. Merita evidenziare anche la tipologia di riviste, a carattere filosofico, pastorale e sociale. In particolare per la rivista Studi Sociali, gli istituti Paolo VI e Vittorio Bachelet, avevano inteso rilanciare la rivista a motivo del «rinnovato interesse per la dottrina sociale della Chiesa […] che si esprime oggi nella recente fioritura di Scuole di formazione politica […] dal rinnovamento delle Settimane sociali dei cattolici recentemente deliberato dalla CEI». Cfr. Presentazione, in «Orientamenti sociali», 1 (1989), p. 3.

17 Mariani, Clemente Riva. Profilo biobibliografico… cit., pp. 117-126; La vita… cit., pp. 16-24; Clemente Riva, in Superiori e Vescovi rosminiani, Stresa, 2003, pp. 146-155.

18 Scriverà per vari giornali cattolici, tra i quali L’Avvenire d’Italia e L’Italia. Gli articoli sono raccolti in tre volumi: C. Riva, La Chiesa per il mondo: la 2. sessione del Concilio Ecumenico, Brescia, 1964; La Chiesa in dialogo: la 3. sessione del Concilio ecumenico, Brescia, 1965; La Chiesa incontra gli uomini : la 4. sessione del Concilio ecumenico, Brescia, 1966. Altri articoli ripubblicati altrove: C.Riva, Dio l’uomo e il mondo, in R. La Valle, Fedeltà al Concilio, i dibattiti della terza sessione, Brescia, 1965, pp. 390-392; Papa Giovanni o della cultura cristiana, in La Valle, Fedeltà al Concilio…cit., pp. 449-452; Anche la chiesa è mondo, in R. La Valle, Il Concilio nelle nostre mani, Brescia, 1966, pp. 115-118; L’uomo l’ebreo il cristiano, in La Valle, Il Concilio nelle nostre mani… cit., pp. 370-375.

19 Ad esempio quale presidente della Commissione Diocesana per l’ecumenismo e il dialogo, nella partecipazione al Comitato di redazione della rivista «Orientamenti pastorali».

20 Soprattutto articoli rivolti al clero in corsi di aggiornamento e formazione.

21 Interviene nelle Assemblee della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), nel Sinodo dei vescovi del 1991, nel Sinodo della Diocesi di Roma, nella Commissione, poi Segretariato per l’ecumenismo della CEI.

22 C. Riva, Responsabilità dei Cristiani, Roma, 1975, pp. 149-164.

23 Tema del convegno: “Libertà religiosa e trasformazione della società”. Don Clemente vi introduce i lavori. Cfr.: A. Bea e. A., Libertà religiosa e trasformazione della società, Relazioni al 14^ Convegno Nazionale di studio dei Giuristi Cattolici Italiani, Roma 13-15 dicembre 1963, Roma, 1966). È per Riva uno tra i primi segni pubblici di interesse per il tema. In Concilio la prima presentazione di un testo sulla libertà religiosa è del 19 novembre 1963, durante la seconda sessione. Il testo si presentava come capitolo V del Decreto sull’ecumenismo.

24 J. Hamer – C. Riva, La libertà religiosa nel Vaticano II: genesi storico-dottrinale, Torino-Leumann, 1966. Nella prefazione al volume Agostino Favale (1920-) presenta Jean Jérôme Hamer (1916-1996) e Clemente Riva come «due studiosi noti per la loro specifica competenza sulla complessa tematica della libertà religiosa».

25 C. Riva, Ebrei e cristiani: una coabitazione nella nuova Europa, in «Rivista Diocesana di Roma», 34 (1993), p. 355-360.

26 In dialogo con i «fratelli maggiori», premessa di C. Riva, Roma, 1988.

27 Commissione Ecumenica Diocesana – Roma, Verso l’unità dei cristiani, sussidio per una pastorale ecumenica, Roma, 1983.

28 Il Centro ha ereditato la sua mission dal CeDoMEI di Livorno attraverso la figura del direttore prof. Riccardo Burigana.

29 C. Riva, La missione cittadina e l’ecumenismo, in «Rivista Diocesana di Roma», 38 (1997), p. 97.

30 Testimonianza ne sono le pubblicazioni: C. Riva, Il cattolicesimo e la libertà religiosa, in Les réponses humaines à la liberté religieuse, Bolzano, 1965, pp. 55-63; Il problema della libertà religiosa, in «Humanitas», 24 (1969), pp. 22-39; La libertà religiosa nel Concilio Vaticano II, in «OP», 33/2-3 (1985), pp. 11-18; Libertà civile e sociale in materia religiosa. Fondamenti antropologici e prospettive pastorali, in «OP», 36/8-9 (1988), pp. 17-36; Libertà religiosa: ragione e rivelazione, in P. Poupard-J. Hamer, Secolarismo e libertà religiosa. Atti del Congresso Internazionale nel 30° anniversario della promulgazione della dichiarazione conciliare Dignitatis Humanae, Città del Vaticano, 1998, pp. 41-52; Amare l’uomo, disarmare l’intolleranza, in «OP», 42/12 (1994), pp. 9-14; Dialogo interreligioso e il Divino nell’Uomo, in Il Divino nell’Uomo. Atti del 25° Corso della Cattedra Rosmini 1991, a cura di P. Pellegrino, Stresa-Milazzo, 1992, pp. 237-253; Ecumenismo, Concordato e insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole pubbliche, in Atti del Convegno sull’ecumenismo: Ecumenismo e cattolicesimo nella fede e nell’esperienza delle Chiese Battiste italiane, Roma, 1990, pp. 25-30; Il monopolio statale dell’istruzione è negazione di libertà, in «SIR», quotidiano, 06.12.1995, ore 15.50; Persona cittadino straniero, in «Iustitia», 46 (1993), pp. 16-25; Quali “doni” tra Est e Ovest? Il sinodo speciale per l’Europa, in «OP», 39/10 (1991), pp. 9-11.

31 Riva, Quali “doni” tra Est e Ovest?… cit., p. 11.

32 C. Riva, Attualità di Rosmini, Roma, 1970, pp. 24. 62.

33 Concilio Vaticano II, Dichiarazione Dignitatis humanae, 1, in Enchiridion Vaticanum, 1, Bologna, 1981, n. 1044.

34 C. Riva, La Chiesa di Roma e l’Islam, in «Rivista Diocesana di Roma», 34 (1993), pp. 550-551.

35 Clemente Riva, in Conferenza nazionale dell’immigrazione, Convegno Religioni e immigrazione, Venezia, 1990, pp. 21-22.

36 C. Riva – A. Al Kattani, Cristiani e musulmani: la reciprocità possibile, in «Coscienza», 47/11-12 (1995), pp. 41-45; C. Riva, Coscienza ed etica politica, in «OP», 41/10 (1993), p. 10.

37 C. Riva, Situazione religiosa in Europa, in «OP», 41/2 (1993), p. 12.

38 Riva, Coscienza ed etica politica, cit., p. 11.

39 Hamer-Riva, La libertà religiosa nel Vaticano II… cit., p. 223.

40 Riva, Libertà religiosa: ragione e rivelazione, cit., 180-181.

41 Concilio Vaticano II, Dichiarazione Dignitatis humanae, 6, in Enchiridion Vaticanum, 1, nn. 1059-1061.

42 Riva, Ecumenismo, Concordato… cit., p. 28.

43 C. Riva, Concordato tra Santa Sede e l’Italia: riflessioni e problemi, in Conferenza episcopale Italiana, Atti della 14a Assemblea Generale, Edizione riservata ai vescovi, Roma, 1977, pp. 83-89.

44 Riva, Libertà civile e sociale in materia religiosa… cit., pp. 34-35.

45 Clemente Riva, in Conferenza nazionale dell’immigrazione, Convegno Religioni e immigrazione, pp. 70-71.

46 Riva, Libertà religiosa: ragione e rivelazione, p. 178; Il monopolio statale dell’istruzione è negazione di libertà.. cit.

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