Toscana Oggi, 5 Marzo 2022
A Firenze, luogo naturale dell’incontro e del dialogo, nasce un «Consiglio dei giovani del Mediterraneo». È l’opera segno che lascia in eredità la seconda edizione del Convegno dei vescovi del bacino, tenutosi dal 23 al 27 febbraio.
di Paolo Poggianti
Una proposta fortemente caldeggiata dalla Chiesa Italiana, nella prospettiva di una convivenza possibile tra i popoli, fondata sulla fraternità. Un piccolo Sinodo permanente – composto esclusivamente da laici – che unirà le sponde del Mediterraneo.
Il progetto – si legge nel dossier di presentazione – nasce e si radica in riva all’Arno. Nella città dove risiede il sogno profetico di Giorgio La Pira per il «mare nostrum». Uno spazio di dialogo, di convivenza fraterna e di pace. In perfetta sintonia con l’azione di altri grandi profeti di questa terra: don Milani, don Facibeni, don Bensi. Operatori di bene che misero i giovani al centro del loro impegno pastorale.
La Chiesa cattolica del Mediterraneo propone un segno concreto, guardando al futuro attraverso gli occhi e le menti di coloro che saranno le donne e gli uomini del domani. Gli stessi che andranno poi a costituire le varie società e comunità ecclesiali mediterranee. Saranno proprio le nuove generazioni a essere protagoniste, coinvolte direttamente in maniera attiva e responsabile. I giovani che «sono come le rondini che vanno verso la primavera» secondo una celebre espressione di La Pira. Nel consiglio, infatti, siederanno ragazze e ragazzi dai 18 ai 28 anni. In questa prospettiva – continua il documento – il progetto si pone un triplice obiettivo: la cura della dimensione spirituale, l’amore alla Chiesa e il rafforzamento dell’azione pastorale davanti alle sfide odierne. L’impegno per la costruzione di relazioni fraterne, mediante la costruzione di «ponti» di dialogo, unità e pace tra popoli e culture diverse.
La Cei ha scelto di affidare il progetto a quattro associazioni fiorentine. Quattro realtà accomunate dal particolare riferimento al mondo giovanile, pur in diversi ambiti di azione, anche a livello internazionale. Si tratta di Fondazione Giorgio La Pira, Centro internazionale studenti Giorgio La Pira, Opera per la gioventù G. La Pira e Fondazione Giovanni Paolo II. Quattro associazioni consolidate sul territorio che potranno accompagnare, nei suoi primi passi, il percorso del Consiglio. La rete delle realtà promotrici fiorentine si occuperà della segreteria, dell’operatività e della realizzazione dei programmi. La sede permanente sarà il convento domenicano di San Marco, luogo nel quale risiedette La Pira, terziario domenicano e francescano.
L’obiettivo è un cammino comune nel quale «i giovani, dando continuità allo spirito degli Incontri delle Chiese del Mediterraneo, prima di tutto si conoscano, si confrontino, mettano insieme esperienze ed elaborino un progetto comune», spiega ancora la Cei. L’inizio di un cammino di crescita su radici sicure che nel tempo si possa aprire a proposte, iniziative ed eventi condivisi. Sia sul piano ecumenico sia nella prospettiva interreligiosa, anzitutto nel dialogo con ebrei e musulmani, Nell’ottica, cara a La Pira, di una «missione comune delle tre religioni abramitiche».
Chi ne farà parte? Ogni presidenza di Conferenza episcopale o Sinodo delle Chiese orientali cattoliche, presenti nel bacino mediterraneo, esprimerà almeno un giovane o una giovane dai 18 ai 28 anni. Inoltre, alle sedute del Consiglio parteciperà un rappresentante dei giovani provenienti dai paesi del Mediterraneo, parte del progetto «Rondine Cittadella della Pace» in continuità con l’opera segno del convegno di Bari, nel 2020. Il Consiglio si riunirà annualmente, in presenza, a Firenze. Oltre a riunirsi online con periodicità stabilita. Ciascun mandato avrà una durata di quattro anni.
Il metodo di lavoro si avvarrà della condivisione comunitaria. Non soltanto riunioni formali, ma esperienze di vita comunitaria che consentano la reciproca conoscenza, la condivisione di un percorso formativo, l’approfondimento della dimensione spirituale, l’apertura ad altre esperienze.
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