Colloquia Mediterranea n.1.1 (Aprile 2011) – Introduzione

Colloquia Mediterranea n.1.1 (Aprile 2011) – Introduzione

Introduzione

Renato Burigana (Firenze)
Riccardo Burigana (Venezia)

La rivista Colloquia Mediterranea si propone di offrire un contributo scientifico alla conoscenza e al dialogo tra i cristiani, le religioni e le culture del Mediterraneo, secondo lo spirito che ha guidato la riflessione e le opere della Fondazione Giovanni Paolo II fin dai primi passi della sua attività per la promozione del dialogo, della cooperazione e dello sviluppo nel Medio Oriente e nel Mediterraneo.
La rivista esce in modo significativo in occasione del convegno internazionale Il Mediterraneo e le città. Prospettive economiche, culturali e spirituali tra le città, le regioni e i popoli del Mediterraneo (Firenze,15-17 maggio 2011), promosso dalla Fondazione Giovanni Paolo II, con il contributo della Regione Toscana, sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica, per rafforzare il dialogo, che appare quanto mai opportuno e necessario alla luce dei più recenti eventi che stanno coinvolgendo alcuni Paesi del Mediterraneo. Con la pubblicazione della rivista Colloquia Mediterranea si vuole così contribuire a sostenere l’azione quotidiana di uomini e donne di buona volontà nella costruzione di un mondo fondato sull’accoglienza, sul dialogo e sulla reciproca comprensione delle peculiarità delle tradizioni e delle culture per sconfiggere i pregiudizi, le ingiustizie e le povertà spirituali e culturali, che frenano la piena condivisione delle ricchezze e delle speranze che caratterizzano le città, le regioni e i popoli del Mediterraneo.
Fin dai primi passi della definizione del progetto per la redazione di una rivista della Fondazione Giovanni Paolo II è parso evidente che Colloquia Mediterranea si veniva a collocare in un panorama internazionale di pubblicazioni periodiche già particolarmente ricco, ma questo ha rappresentato un’ulteriore sfida per definire con particolare chiarezza gli scopi e i contenuti di Colloquia Mediterranea, tanto più che, per quanto ricco, il panorama delle iniziative per il dialogo nel Mediterraneo appare sempre più bisognoso di essere approfondito e ampliato per consolidare e, in alcuni casi, per inaugurare una strada che possa condurre a vivere il Mediterraneo come uno spazio nel quale sperimentare la forza dell’ascolto e della cooperazione contro ogni forma di intolleranza. Con la definizione della struttura della rivista, che comprende articoli, note, due sezioni tematiche, delle cronache e uno spazio di approfondimento bibliografico, si è cercato di esplicitare il carattere multidisciplinare di Colloquia Mediterranea, che vuole mettere insieme competenze e sensibilità diverse per formazione e provenienza, unite dal profondo desiderio del dialogo, fondato sulla conoscenza dell’altro, come cammino privilegiato per ripensare il passato, leggere il presente e progettare un futuro lontano dalle violenze fisiche e spirituali, dai silenzi assordanti e dalle precomprensioni ideologizzanti.
La rivista Colloquia Mediterranea presenta articoli e note di carattere scientifico su temi, figure ed eventi del dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale con la profonda convinzione che il recupero della memoria storica e la conoscenza delle dinamiche presenti e delle prospettive future rappresentino un elemento fondamentale e irrinunciabile per il dialogo; nella pubblicazione di questi articoli e note sarà riservata un’attenzione particolare alle ricerche dei giovani studiosi, una volta accertato il valore scientifico dei testi da parte del Comitato di redazione, anche con il ricorso di un gruppo di esperti e, eventualmente, dei membri del Comitato scientifico che, fin dal prossimo numero, entreranno a far parte degli organi della rivista Colloquia Mediterranea. Accanto a questi articoli e note di carattere più propriamente scientifico, con le quali sottoporre alla comunità scientifica i risultati di ricerche in corso o progetti per futuri studi, Colloquia Mediterranea si propone di ospitare anche interventi di carattere più divulgativo, in particolare sull’Oriente cristiano, sul dialogo ebraico-cristiano, sul dialogo islamo-cristiano, sulla memoria storica e sulle quotidiane esperienze delle città nel Mediterraneo; questo tipo di contributi potranno trovare spazio anche nelle due sezioni tematiche con le quali si è pensato di offrire delle riflessioni su un aspetto particolarmente attuale, per quanto lo consenta una rivista semestrale, della vita del Mediterraneo (Una finestra sul Mediterraneo) e sulla dimensione delle Sacre Scritture come fonte di accoglienza e di dialogo (La tenda di Abramo). Colloquia Mediterranea proporrà anche cronache sull’attività della Fondazione Giovanni Paolo II e informazioni su incontri e progetti per il dialogo nel Mediterraneo mentre dedicherà uno spazio particolare (Qualche lettura) a notizie di carattere bibliografico in modo da favorire la conoscenza di testi e fonti per il dialogo in senso lato.
Accanto alla versione cartacea Colloquia Mediterranea avrà anche una versione elettronica, che sarà consultabile nella pagina web della Fondazione Giovanni Paolo II (www.fondazionegiovannipaolo.org). I primi due numeri della rivista saranno integralmente consultabili, mentre a partire dal terzo numero, nella primavera 2012, sarà possibile leggere l’indice, i sommari degli articoli e solo alcuni articoli, dal momento che sarà riservato l’accesso all’intero numero solo agli abbonati e alle istituzioni che accoglieranno l’invito dello scambio dei periodici con Colloquia Mediterranea.
Questo primo numero, nel quale si è privilegiata la presenza dei membri del Comitato di redazione di Colloquia Mediterranea tra gli autori dei singoli contributi, si apre con un articolo di Riccardo Burigana, docente all’Istituto di Studi Ecumenici e coordinatore del Comitato di redazione di Colloquia Mediterranea, su mons. Alberto Ablondi (1924-2010), vescovo ausiliare di mons. Emilio Guano, uno dei protagonisti del concilio Vaticano II, a Livorno dal 1966 al 1970, e poi sede plena nella stessa città toscana dal 1970 fino al 2000. Nei numerosi incarichi, a livello nazionale, da presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza Episcopale Italiana e vice-presidente della stessa Conferenza, e internazionale, come presidente della Federazione Biblica Cattolica e membro del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani, mons. Ablondi ha fatto del dialogo ecumenico la bussola della sua vita, impegnandosi soprattutto nella costruzione di un rapporto di amicizia tra cristiani ed ebrei e nella diffusione della traduzione interconfessionale della Scrittura. Con questo articolo, che si fonda anche su documentazione inedita, si vuole tracciare un primo profilo di questa intensa attività ecumenica che fa di mons. Ablondi uno degli indiscussi protagonisti del dialogo ecumenico nella seconda metà del XX secolo.
Il secondo articolo affronta il tema del rapporto tra libertà e diritti, con un puntuale studio sulla libertà di religione nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. L’autore, Guido Bellatti Ceccoli, giurista, diplomatico, con un dottorato in storia presso l’Università di Friburgo, a lungo professore a contratto dell’Università di Strasburgo, delinea prima la politica del Consiglio d’Europa nel Mediterraneo per analizzare poi le posizioni del Consiglio d’Europa a difesa della libertà religiosa, attraverso lo studio di una serie di casi recenti, che mettono in evidenza quanto sia centrale questo dibattito per il futuro dell’Europa e del Mediterraneo. Marco Bontempi, docente alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Firenze, attivamente coinvolto nel dialogo ebraico-cristiano-islamico, propone delle riflessioni introduttive alle condizioni sociali del dialogo interreligioso tra le due rive del Mediterraneo, delineando possibili percorsi di ricerca alla luce di quanto già è stato fatto nella comprensione delle dinamiche socio-religiose; in questo articolo Bontempi prende in considerazione anche la nuova situazione che si è venuta a creare nei paesi di tradizione islamica del Mediterraneo, che lascia intravedere una molteplicità di scenari, che possono essere meglio compresi se vengono letti tenendo conto di quanto è successo e di quanto è cambiato nella società in questi ultimi anni, come sostiene l’autore. Valdo Bertalot, segretario della Società Biblica in Italia, presenta una lettura ecumenica dell’esortazione post-sinodale Verbum Domini di Benedetto XVI, pubblicata il 30 settembre 2010, sulla quale si è avviato una riflessione sulla centralità della Parola di Dio nell’esperienza di fede dei cristiani che coinvolge non solo il dialogo ecumenico, ma la stessa vita di tutte le comunità cristiane. Nell’illustrare i primi interventi a commento di questo testo, sul quale c’è da augurarsi che in futuro non mancheranno nuovi approfondimenti, Bertalot ripercorre anche le vicende del Sinodo dei vescovi del 2008 su La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa, sottolineando il fatto come esso, richiesto per anni da molti, si è posto in continuità con la costituzione dogmatica Dei Verbum del Vaticano II, proponendone una attualizzazione in linea con le dichiarazioni di questi ultimi anni sulla Sacra Scrittura del magistero pontificio.
Con i due contributi che seguono l’articolo di Bertalot, il Comitato di redazione ha voluto indicare l’importanza della memoria storica nella comprensione del dialogo attraverso la conoscenza di testimoni della fede che hanno dedicato la loro vita a costruire una prassi di confronto tra credenti. Ennio Rosalen, attualmente dottorando presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum, presenta la figura di mons. Clemente Riva (1922-1999), vescovo ausiliare di Roma, che è stato uno dei più attivi promotori del dialogo ebraico-cristiano, sull’onda del concilio Vaticano II, della sua lettera e del suo spirito. Il Vaticano II, al quale mons. Riva prese parte come giornalista, rappresenta il punto di riferimento privilegiato per mons. Riva nella sua riflessione, che tocca anche altri temi, come quello sulla libertà religiosa, che egli inserisce all’interno di un’azione per la costruzione dell’unità della Chiesa. Tiziana Bertola, licenziata in teologia ecumenica presso l’Istituto di Studi Ecumenici di Venezia, è l’autrice di un contributo su don Carlo Buzzetti sdb (1943-2011); in questo suo intervento si sofferma solo su alcuni aspetti della molteplice e tanto ricca attività nel campo delle traduzioni interconfessionali, delle quali Buzzetti è stato non semplicemente un protagonista, come tante volte gli è stato riconosciuto, ma soprattutto un pioniere dal momento che in molti paesi egli si è adoperato, riuscendovi spesso, a rendere la traduzione interconfessionale la prima occasione di dialogo tra cristiani di tradizioni diverse, superando così inimicizie plurisecolari e aprendo una nuova stagione di dialogo. Si tratta di un primo contributo sull’opera di Buzzetti, recentemente scomparso, che ha il pregio, tra l’altro, di far riferimento alla documentazione inedita che Buzzetti ha depositato presso l’archivio del Centro per l’Ecumenismo in Italia di Venezia. Thibault Joannais, che lavora presso la Fondazione Giovanni Paolo II, con studi di teologia dogmatica alle spalle, offre una breve riflessione sulla Grotta del latte di Betlemme con la quale proporre l’esempio di un luogo nel quale convergono confessioni cristiane e tradizioni religiose diverse.
In Una finestra sul Mediterraneo Franco Rizzi, segretario generale dell’Unione dell’Università del Mediterraneo, anticipa la presentazione al suo ultimo saggio, Il Mediterraneo in rivolta, con il quale cerca di dare alcuni elementi per comprendere il presente e per delineare il futuro del Mediterraneo, al quale ha dedicato gran parte della sua vita accademica con profondità intellettuale e passione spirituale. Don Luca Buccheri, biblista, impegnato nella conoscenza diretta della Terra Santa, inaugura la sezione La tenda di Abramo, con una riflessione su Abramo, Sara e la tenda dell’accoglienza, che ha il pregio di offrire una riflessione su Abramo in grado di accompagnare l’uomo contemporaneo chiamato a confrontarsi con l’accoglienza dell’altro.
Nella sezione Cronache Renato Burigana presenta la Fondazione Giovanni Paolo II, indicando i progetti più recenti, alcuni dei quali ancora in via di completamento, portati avanti dalla Fondazione grazie all’apporto economico e il sostegno spirituale di tanti, che hanno condiviso le scelte della Fondazione, consentendole di ampliare le proprie iniziative; sempre nella stessa sezione Thibault Joannais offre una riflessione su un recente film (Uomini di Dio), che ha suscitato un ampio dibattito: la scelta di collocare queste pagine di Joannais in questa sezione risponde alla volontà di dare conto di quanto succede nel mondo del dialogo, a partire anche da un film, che pone molte domande sul futuro del dialogo interreligioso.
Infine con la sezione Qualche lettura si vogliono offrire delle brevi presentazioni di volumi che toccano il tema del dialogo, dando a questo tema un’accezione la più ampia possibile, in modo da sottolineare, ancora una volta, quanto sia importante arricchire la propria conoscenza dell’universo religioso e culturale del Mediterraneo come pre-condizione del dialogo con l’altro. Questa sezione è il risultato di una collaborazione con il Centro per l’Ecumenismo in Italia, che ha sede a Venezia, presso l’Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino, in particolare con la rivista elettronica mensile Veritas in caritate. Informazioni sull’ecumenismo in Italia; si tratta di una collaborazione che ci si augura non solo possa continuare, ma anche potenziarsi, anche se, per la presente pubblicazione, le recensioni dei singoli volumi sono state radicalmente riviste e aggiornate rispetto alle versioni pubblicate in Veritas in caritate.
A nome del Comitato di redazione saremo profondamente grati a tutti coloro che vorranno farci avere osservazioni e commenti a questo primo numero, come ai prossimi, nella prospettiva di una sempre più ampia condivisione del progetto della pubblicazione della rivista Colloquia Mediterranea sempre nella profonda fedeltà al compito che è stato affidato a chi scrive dalla Fondazione Giovanni Paolo II, per la redazione di una rivista che sappia essere strumento per il dialogo nella conoscenza.

Firenze, 25 marzo 2011

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